L. ROSSETTI - INTRODUZIONE ALLA FILOSOFIA ANTICA (1998)


Veicolo comunicazionale

Il termine viene talvolta usato per attirare l’attenzione sullo scarto fra pensato e configurazione della frase o del testo che si incarica di fissare e trasmettere quel certo pensiero. In effetti dovrebbe essere sempre possibile comunicare lo stesso giro di pensieri in più di un modo (cioè adottando delle soluzioni espressive equipollenti), e anzi accade talora di riuscire a catturare il pensiero che qualcun altro ha voluto esprimere anche se questi abbia per avventura adottato una formulazione infelice (senza cioè voler improvvisare una metafora). Non è raro, per esempio, che dei nonni usino il nome sbagliato nel parlare di un certo nipote, senza che l’interlocutore abbia difficoltà a capire, sulla base di altri indicatori disambiguanti, che si sta parlando di Roberto anche se è accaduto di fare il nome di Renato. È quindi possibile, a volte, stimare il grado di funzionalità del veicolo comunicazionale prescelto.

 


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