L. ROSSETTI - INTRODUZIONE ALLA FILOSOFIA ANTICA (1998)


Orizzonte di attesa

Il termine indica le aspettative che si formano nel lettore sia in base a quel che sa del testo che deve ancora leggere (cf. la nozione di precomprensione), sia in base a una lettura già avviata. In quest’ultimo caso il lettore si è venuto acclimatando a un certo modo di ragionare del suo autore, il quale può anche positivamente adoperarsi ad alimentare delle aspettative ben precise. Chi si accosta, poniamo, a un dialogo aporetico di Platone dopo averne già letti uno o due si attenderà, come minimo, che Socrate risulti in qualche misura vincente sul suo interlocutore di turno. A sua volta chi sta leggendo la sua Repubblica e sa chi è stato Platone non può non ritrovarsi, almeno in prima battuta, immerso in un’atmosfera trainante che lo induce ad attendersi ogni volta discorsi profondi e convincenti, non certo degli espedienti per aggirare i problemi. L’orizzonte di attesa aiuta a capire, e soprattutto indirizza il lettore a prestare attenzione ad alcune cose in particolare. Qualora sia sapientemente manovrato da un autore di rango, può tuttavia generare delle forme di subalternità intellettuale che non è detto siano desiderabili, ad es. perché induce a non prestare la dovuta attenzione ad altri aspetti di ciò che si sta leggendo. V. anche la voce Lettore terminale.


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