L. ROSSETTI - INTRODUZIONE ALLA FILOSOFIA ANTICA (1998)


Lettura

Leggere una iscrizione o, peggio, un papiro costituiti da una ininterrotta successione di lettere maiuscole dovette costituire a lungo una impresa piuttosto ardua, tale da far desiderare che un lettore vi provvedesse, dopo essersi adeguatamente esercitato, per conto di piccole accolte di uditori (si suppone che, fra l’altro, i dialoghi socratici siano stati spesso letti in questo modo). Nondimeno già negli ultimi decenni del V secolo a.C. compare qualche attestazione della lettura desonorizzata, silente, solo mentale. Il rotolo imponeva, in secondo luogo, una lettura continuativa del testo, cosa appropriata per un dialogo socratico o per il testo di una commedia, ma molto meno per un trattato scientifico destinato ad affrontare temi diversi, con l’eventualità che il lettore volesse esaminare soltanto una particolare sub-trattazione. A sua volta la lettura continuata del rotolo comportava una forte subalternità del lettore al testo. — Il passaggio dal rotolo al codice, permise invece di sfogliare il libro, agevolando la ricerca della singola sub-trattazione. Un altro grande evento è stata la separazione delle parole, fenomeno che ebbe una sua prima e, stranamente, episodica fortuna a Roma (inserimento di un punto ogni due parole), per essere di nuovo introdotta — questa volta in via pressoché definitiva — nel VII-VIII secolo dai monaci irlandesi e, contemporaneamente, in ambiente bizantino (immissione di un piccolo spazio bianco tra le parole). Si dovette arrivare invece alle soglie dell’età moderna prima di assistere ad una drastica limitazione, vanamente inaugurata da quegli stessi monaci irlandesi, delle abbreviazioni introdotte quale sostituto di interi gruppi di caratteri (ad es. un solo segno per indicare la desinenza in -um o in -orum del genitivo plurale).


il Glossario * back to the opening page