L. ROSSETTI - INTRODUZIONE ALLA FILOSOFIA ANTICA (1998)


Còlophon

Dal gr. kolofîn [kolophòn, il termine dovrebbe essere di origine non greca]. La parola significherebbe «estremità» (quindi «vertice», «top»). In età moderna è passata a indicare il breve paratesto, normalmente centrato e disposto a forma di elegante triangolo, con la punta rivolta verso il basso, che, specialmente a partire dal Trecento, il copista era solito collocare in coda al suo testo annotandovi il proprio nome (eventualmente il nome del committente), nonché il luogo e la data (a volte addirittura l’ora) in cui aveva completato il lavoro. Anche il libro a stampa ha a lungo proposto qualcosa di analogo, per poi trasformarsi in quel «Finito di stampare a... il...» che, fino a tempi a noi vicinissimi, figurava a fine volume, quantunque in una pagina a parte. L’equivalente attuale del colophon figura, di norma, sul retro del frontispizio e include l’indicazione dell’ISBN.

 

 


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